Di Massimo Gelmini
Tragedia sull’autostrada A10 a Genova dove è crollato il viadotto Morandi. Diverse auto sono incastrate e schiacciate, mentre alcuni mezzi pesanti sono finiti nel torrente Polvecera. È quanto riferiscono fonti dei carabinieri che stanno intervenendo sul posto. Le vittime accertate sono 35 tra cui tre bambini di 8, 12 e 13 anni, ma si scava ancora. In via precauzionale sono state sgomberate alcune palazzine più vicine alla parte di ponte che non è crollata. Un viadotto progettato dall’ingegnere Riccardo Morandi (1902-1989), fu costruito tra il 1963 e il 1967 La realizzazione della struttura risale agli anni ’60.
Sul ponte Morandi «erano in corso lavori di consolidamento della soletta del viadotto e che, come da progetto, era stato installato un carro-ponte per consentire lo svolgimento delle attività di manutenzione».
Ma questa tragedia è l’ennesimo disastro che poteva e doveva essere evitato. Come? Attraverso gli investimenti pubblici che grazie ai fan dell’austerity il Paese non riesce a mettere in campo.
Un Paese che necessita di nuove infrastrutture e di un aggiornamento infrastrutturale urgentissimo. Questa tragedia non sarà l’ultima purtroppo. Ma il nodo principale è sempre il medesimo. Ogni nostra urgenza, ogni azione positiva per il popolo, deve essere finanziata a deficit come ogni Stato sovrano è in grado di fare. Ma il nostro Paese non è più sovrano con l’adesione all’UEM ed i limiti alla spesa, previsti da trattati criminali, ci hanno costretto in una camicia di forza che per essere sciolta ha necessità di molto tempo. Proprio quel tempo che noi non abbiamo più. Così ci troveremo a convivere con i vincoli europei e le tragedie che come una lotteria europea del terrore colpirà alla cieca.
Basterebbe questa situazione per avvisare l’UE ed i sacerdoti dell’austerity che ora si attivano tutte le misure straordinarie per intervenire. Ma al contempo non possiamo tacere le responsabilità di coloro fino ad oggi ci hanno impedito di liberarci dai vincoli europei, di que politici criminali ancora viventi, da sbattere in carcere al più presto, che hanno ideato questo dittatura finanziaria. Ma anche di quelli che bollano il Governo gialle-verde come pauperista, ma che con le loro politiche di servilismo hanno garantito l’avanzare del dogma dell’austerità sulla pelle dei cittadini italiani, ottenendo in cambio la tutela dei priopri interessi.
La speculazione si sta preparando per banchettare in attesa di oltre 230 miliardi di euro di debito pubblico da rinnovare. Speculeranno anche sullo sforamento del 3% di deficit su PIL. Speculeranno anche se il deficit sarà necessario per riavviare l’economia, per dotare il Paese di nuove infrastrutture, per ricostruire dopo le calamità naturali subite. Speculeranno, ma troveranno un popolo non più disponibile a chinare la testa. Non più disponibile a seguire leader arrendevoli o traditori del giuramento fatto, di servire con lealtà la Nazione, di difendere il popolo contro ogni aggressione. Con ogni mezzo disponibile.