Scendono ma non crollano i socialdemocratici. In calo anche i Moderati. Un elettore su cinque per l’estrema destra arriva da sinistra. E i comunisti raddoppiano i voti.

Il principale partito socialdemocratico scende, l’estrema destra euroscettica in ascesa (senza tuttavia sfondare), l’ipotesi concreta di una Grosse Koalition e un quadro politico altamente frammentato. Il voto in Svezia delinea un processo politico già visto alle elezioni di altri Paesi dell’Unione Europea: il declino dei partiti tradizionali e il consenso crescente per le formazioni radicali. Anche nella civile e accogliente Stoccolma, con un tasso di crescita costantemente discreto, standard di vita alti e una disoccupazione ben al di sotto delle due cifre intorno al 6%, i principali partiti dei socialdemocratici e dei moderati perdono voti rispetto a quattro anni fa. Il partito del premier socialdemocratico uscente Stefan Loefven si conferma primo ma arretrando al 28,2%. I conservatori di Ulf Kristersson confermano lo scettro di secondo partito svedese (19,7%), tallonati ma ancora distanti dai Democratici Svedesi, euroscettici e anti-immigrati, di Jimmie Akesson che viaggiano intorno al 17,7 a spoglio in corso (13% nel 2014).

La campagna elettorale che ha preceduto il voto per il rinnovo del Parlamento è stata tesa e difficile e si è incentrata essenzialmente su come frenare l’arrivo di nuovi stranieri, tema ‘forte’ ovunque in Europa, e cavalcato abilmente dagli Svedesi Democratici. Solo nel 2015 erano stati accolti più di 160mila nuovi migranti, un’enormità per un paese di 10 milioni di abitanti.

Come in Italia e prima ancora in Germania, il quadro politico è altamente frammentato a causa del crollo dei partiti tradizionali. Le due coalizioni non raggiungono la maggioranza e anche una Grosse Koalition tra moderati e socialisti non supera quota 175 seggi, prospettando per Stoccolma un nuovo governo di minoranza con i Democratici Svedesi ancora più agguerriti di quattro anni fa.

Rispetto al 2014, il 41% degli elettori ha cambiato il suo voto: è il segnale del profondo malcontento che ha spinto l’ascesa dell’estrema destra (ma anche gli ex comunisti con il 9%, il doppio rispetto a quattro anni fa) e ha affossato i socialdemocratici nelle urne. Basti pensare questo: se è plausibile che il 18% dei voti per i Democratici Svedesi arrivi da chi quattro anni fa ha votato a destra per i Moderati, certamente sorprendente è che una quota analoga – un elettore su cinque – arrivi dal principale partito di sinistra. Il declino della socialdemocrazia che attraversa i Paesi europei non risparmia neanche la Svezia.

Al termine di una tornata elettorale, che ha tenuto l’Europa con il fiato sospeso il futuro governo di Stoccolma è al momento un enigma: se si escludono accordi con la destra populista, il blocco di centrodestra avrebbe – secondo l’ultimo exit poll – il 39,6% dei consensi, mentre il centrosinistra raggiungerebbe il 39,4.

E senza l’ipotesi di una Gross Koalition tra i partiti tradizionali e filo-europei, i contatti con il partito anti-Ue del giovane leader Jimmie Akesson appaiono inevitabili. Un altro messaggio a Bruxelles prima della stagione primaverile che porta con sé il voto europeo, mai così incerto e insidioso.

Fonte: HuffingtonPost.it (qui)

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.