Passa in Vigilanza con 27 Sì. “Non ho mai militato nei partiti, sarò garante del pluralismo”.

Marcello Foa è il nuovo presidente della Rai. Il giornalista italo-svizzero ha ottenuto il via libera della commissione di Vigilanza con i voti favorevoli di Lega, M5S, Forza Italia e Fratelli d’Italia. Non hanno partecipato al voto in segno di protesta i parlamentari del Pd e Pier Ferdinando Casini. LeU ha votato no. Per l’elezione serve la maggioranza dei due terzi dei componenti della commissione (27 su 40). Lo scrutinio è segreto.

“Domenica è il mio compleanno, chissà che non riceva un bel regalo”. Marcello Foa va in audizione in Commissione di Vigilanza Rai e i partiti sono pronti a infiocchettare il dono della presidenza di Viale Mazzini. Oltre a Lega e M5S, che sostengono dall’inizio la sua candidatura, si aggiunge anche Forza Italia, che si è astenuta in Cda e ora annuncia voto favorevole in Vigilanza. “Sui vari temi Foa mi ha rassicurato rispetto a una funzione che sarà di garanzia del pluralismo informativo e quindi del compito che spetta al presidente della Rai. Forte di questo, l’orientamento è quindi di votare la sua nomina” ha affermato Giorgio Mulè, capogruppo di Forza Italia in Vigilanza.

Prima dell’audizione, una piccola gaffe. “Alle ore 13 inizierà la mia deposizione davanti alla Commissione di Vigilanza RAI. Chi avesse piacere potrà seguirla in streaming”, aveva scritto sui social. “Naturalmente audizione e non deposizione, come ho scritto su Facebook. Scusate, non è una mattinata come le altre e un po’ di emozione ci sta”, ha poi spiegato.

Poi le parole in Vigilanza. “Sono consapevole dei doveri del ruolo di garante del pluralismo e della qualità del giornalismo, ai quali mi ispirerò nei prossimi tre anni, sempre se riceverò la vostra fiducia” ha detto Marcello Foa nel corso dell’audizione, definendosi “un liberale di cultura antica, della scuola di Montanelli. Ritengo molto importante difendere la qualità dell’informazione”. Ed ancora: “Il mio obiettivo è far crescere la Rai, sviluppare un’informazione corretta, oggettiva, premiare la professionalità e la meritocrazia, promuovere e ampliare la straordinaria missione culturale della Rai: obiettivo che condivido con l’ad Fabrizio Salini che ho avuto modo di apprezzare per rigore morale, professionalità e serietà”. Foa ha chiarito si saper bene che “il ruolo di presidente è diverso da quello di ad: non mi permetterò di andare oltre le mie competenze, al mandato di presidente mi atterrò scrupolosamente”.

Foa ha inoltre sottolineato di non aver “mai militato in un partito politico, non ho mai cercato un appoggio politico per fare carriera. Il mandato a me accordato dal Governo non è politico, ma professionale”… “In questi due mesi difficili anche dal punto di vista personale – ha aggiunto -ho mantenuto il silenzio in segno di rispetto per le istituzioni e tutte le persone coinvolte”.Foa ha quindi ricordato di aver voluto lui la collaborazione di De Bortoli nel gruppo che dirigeva. “Sono abituato a discernere tra le mie opinioni e i doveri del mio ruolo di garante del pluralismo e della qualità del giornalismo, principi a cui mi ispirerò se mi sceglierete. Non ho mai militato in un partito politico, non ho mai preso una tessera, non ho mai cercato appoggi politici per far carriera”. “Il mandato che ho ricevuto dal governo non è politico, ma professionale”, “fa appello al mio percorso professionale, e io intendo onorarlo in nome dei valori del giornalismo”.

Un riferimento inevitabile poi ai post, che avevano suscitato polemica, sul presidente della Repubblica. Foa ha tenuto a precisare: “Non è mai stata intenzione offendere mancare di rispetto al Presidente Mattarella: non è nel mio costume, raramente attacco e manco di rispetto, men che meno nei confronti della massima carica dello Stato, per il sentimento di stima nei suoi confronti, per il rispetto per il suo ruolo di servitore dello Stato e per la sua storia, che ha visto il sacrificio supremo di un membro della sua famiglia. Non è mai stata né sarà mai mia intenzione mancare di rispetto al Presidente”.

Fonte: huffingtonpost.it (qui)

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