Il dibattito attuale, ma anche quello del recente passato, è impostato su un tema centrale. Il debito pubblico. Collegato alla presunta insostenibilità del debito dello Stato si diramano diversi storytelling.
E se il paese Italia avesse un bilancio per raccogliere risparmi e debiti privati, patrimonio pubblico e privato, attività e debito del comparto pubblico? Ecco il risultato:
La ricchezza netta del paese Italia è 8.628,6 miliardi di Euro. Dunque il problema che ci propongono, falsamente, è il debito pubblico 2.341,7 miliardi di Euro. In realtà un debito assolutamente sostenibile per l’impresa Italia. Allora qual è l’obiettivo di chi ci dice che bisogna ridurre il debito perchè non sostenibile?
Lo Stato è come una famiglia. FALSO!
Le famiglie non possono stamparsi a casa il denaro, lo Stato (se è uno Stato sovrano) invece sì.
Nel sistema monetario moderno (moneta FIAT) lo Stato sovrano della propria moneta e del relativo potere di emissione (potere oggi del tutto in mano ai noti oligarchi e tecnocrati finanziari arroccati in palese influenza presso la BCE), avrebbe le potenzialità per finanziare tutto il lavoro, la spesa sociale, la formazione dei suoi cittadini, senza quasi limiti quantitativi.
E allora, mentre nel circuito privatistico e micro-economico (cittadini ed imprese) è prassi normale che prima si risparmi e poi si spenda, questa idea diventa una pura bestialità se applicata al sistema macroeconomico, cioè se il suddetto obbligo viene imposto per legge ai governi.
Se il Governo, infatti, risparmia prima, e poi spende meno di quello che risparmia, significa che esso offre MENO opportunità finanziarie (per pagare stipendi, lavoro, scuola, sanità ecc.) in favore dei cittadini ed imprese rispetto a quelle che gli TOGLIE con la tassazione e con i tagli.
Cioè, secondo questa regola assurda e senza senso, lo Stato dovrebbe prima togliere (risparmiare) 100, e poi dare (spendere) 90, e via via sempre così. Se lo fa per dieci anni, lo Stato risparmia 100 e quel 100 viene sottratto all’intera popolazione (cittadini ed imprese). E così vediamo i nostri conti correnti e i nostri risparmi accumulati in anni di fatiche e sacrifici (compiuti anche dalle nostre famiglie in passato)calare come acqua in un imbuto.
Davvero un ottimo affare!!Fonte: “Salviamo l’involucro delle democrazie, mentre occorre annientarne il contenuto.” (testo del libro The Crisis of Democracy, 1971)
Il debito pubblico dello Stato è la ricchezza dei cittadini. VERO!
Con il titolo che ho scritto magari molti arricceranno il naso ma è così. Mi spiego meglio, nell’immaginario comune il debito pubblico è visto come quel mostro da abbattere o da azzerare. Queste favole sono messe in testa ai meno informati per fargli andare giù le riforme restrittive che la politica attua a danno dei cittadini e fatte passare come una cosa necessaria. Questo pseudo-mostro in realtà in uno stato è necessario che ci sia, poichè il debito che uno stato crea lo tramuta in servizi e surplus per i cittadini attraverso la spesa pubblica.
Se la sovranità monetaria è in capo allo stato questo è molto lineare e comprensibile. Quando diventa un problema il debito pubblico? Lo diventa quando la sovranità monetaria viene ceduta, a quel punto sul proprio debito pubblico uno stato deve pagare interessi, dato che il debito non è più suo, quindi ci deve pagare gli interessi. Talvolta non solo viene ceduto il debito ma vengono firmati trattati in cui bisogna mantenere un rapporto deficit pil basso, in questo caso il problema si ingrandisce. Si ingrandisce perchè non solo lo stato cedente il debito dovrebbe pagare per immettere liquidità nell’economia, ma non potrebbe nemmeno immetterne in quantità sufficiente liquidità sul mercato per far ripartire l’economia. Il tutto per non sforare il rapporto deficit pil precedentemente enunciato.
Chi asserisce altro non è che una persona che si è bevuto quello che i telegiornali dicono per giustificare le scempiaggini della nostra politica. Il debito visto come precedentemente spiegato è ovvio per chiunque sà leggere un bilancio in cui un debito da una parte genera passività (debito pubblico), dall’altra genera un’attività (benessere dei cittadini). Impoverire i cittadini cercando disperatamente di pagare gli interessi del debito sempre maggiori senza poter attuare politiche espansive è un suicidio lento che prima o poi. Vi basta considerare che nel 1980 il risparmio dei cittadini era il 25% del reddito mentre ad oggi si aggira intorno al 2% con tutte le conseguenze che ne sono derivate.
Fonte: wallstreetitalia.com (qui) Articolo di S. Rubessi
Ma cos’è lo spread?
“Lo spread BTP-BUND è il differenziale tra il rendimento dei titoli di Stato italiani e il rendimento dei titoli di Stato tedeschi. Importante: lo spread si forma sul mercato finanziario secondario, quindi in relazione ai titoli già in circolazione (cioè transazioni tra privati che non influiscono direttamente sulla finanza pubblica) e non a quelli oggetto delle aste mensili indette dal Tesoro (mercato finanziario primario). Ciò detto, per dirla con altre parole, lo spread non porta a quantificare l’onere che lo Stato sostiene per il servizio del debito: quest’ultimo, infatti, si forma esclusivamente sul mercato primario.”
Di seguito l’intervista al Professor Nando Ioppolo (avvocato ed Economista, recentemente scomparso) per chi vuole approfondire l’argomento spread.