Un po’ di ossigeno arriva agli enti locali con la circolare sullo «sblocco degli avanzi» atteso dopo le due sentenze della Corte costituzionale che avevano colpito le regole del pareggio di bilancio. Lo sblocco è strutturale ma parziale perché relativo alla sola spesa per investimenti (Ecco la circolare n. 25/2018 della Ragioneria dello Stato firmata ieri) .
Per ora, insomma, i Comuni possono neutralizzare nei calcoli sugli obiettivi di finanza pubblica l’avanzo applicato al preventivo e utilizzato per la spesa in conto capitale. Per il via libera definitivo se ne parlerà in manovra. Negli ultimi tre mesi di quest’anno la mossa può valere intorno ai 200 milioni secondo le prime stime comunali. Ma dal 2019 il quadro cambia. Nei bilanci dei sindaci, calcola l’Upb, ci sono 3,7 miliardi di euro di avanzi, e il conto sale a 16,2 miliardi con Regioni, Province e Città metropolitane. Naturalmente non tutte queste risorse si liberano in blocco, perché per spenderle servono progetti e gare d’appalto, ma la partita resta grande.
Per liberare queste risorse, la Ragioneria spiega che nei calcoli sul rispetto del saldo zero gli enti locali «considerano tra le entrate finali anche l’avanzo di amministrazione per investimenti applicato al bilancio di previsione». In questo modo, nei conteggi sui vincoli di finanza pubblica l’entrata neutralizza la spesa, che quindi non ha più un impatto negativo.
Questo via libera amministrativo dovrebbe anticipare la soluzione strutturale in manovra, ma non è il primo capitolo della storia perché degli avanzi si discute da anni. Dopo i 700 milioni sul 2017, l’ultima manovra ha alzato a 900 milioni annui la quota di avanzi liberata con il meccanismo del Patto nazionale, mentre il milleproroghe ha rilanciato (senza successo) i Patti regionali. La Ragioneria ora ha potuto certificare lo sblocco parziale per le coperture offerte dal Milleproroghe con la sospensione fino al 2020 del bando periferie, contro cui la Regione Sicilia ha chiesto giusto ieri alla Consulta di intervenire. Il quadro, insomma, rimane molto mosso, con più di un problema per gli enti locali che si trovano ora a dover rivedere in extremis la programmazione per sfruttare le risorse che si liberano.