Il Reddito di Cittadinanza opererà in via completamente digitale, riducendo tempi costi e possibilità di frodi. Nel contempo verrà attuata la piena interoperabilità delle banche dati a disposizione dello Stato e dei Centri per l’Impiego. In programma l’estensione dell’equo compenso e del lavoro accessorio con provvedimenti ancora da definire. Ecco le principali voci del Documento di economia e finanza.

La cosiddetta flat tax partirà già nel 2019, ma in maniera progressiva per evitare di avere un impatto pesante sui conti pubblici. Porterà in dote la revisione delle spese fiscali. Intanto scatteranno i controlli anti-evasione grazie al nuovo flusso di dati che verranno dall’avvio della fatturazione elettronica. La pace fiscale resta in attesa di decreto. Confermati quota 100 e sblocco del turn-over nella pubblica amministrazione. In arrivo il Reddito di cittadinanza per redditi inferiori a 780 euro mensili con verifiche “antifrode”. In programma l’estensione dell’equo compenso e del lavoro accessorio con provvedimenti ancora da definire. Sono solo alcune delle voci di entrata e uscita del Documento di economia e finanza fresco di aggiornamento e pubblicazione.

Arriva la “flat tax” sui redditi a partire dal 2019 – “Il governo intende iniziare un percorso di riduzione graduale della pressione fiscale su famiglie e imprese, sostenendo nella prima fase le attività di minori dimensioni svolte da imprenditori individuali, artigiani e lavoratori autonomi”, si legge nella nota al Documento di economia e finanza che precisa come si tratterà di un percorso graduale per evitare oneri eccessivi per la finanza pubblica. Il documento precisa che sarà “esteso il regime forfetario, sostitutivo di Irpef e Irap, che assoggetta all’aliquota del 15% una base imponibile forfettizzata applicando ai ricavi coefficienti di redditività differenziati per attività economica”. I soggetti che aderiscono a questo regime agevolato saranno anche esentati dal versamento dell’Iva e da ogni adempimento. Inoltre per incentivare gli investimenti e gli incrementi occupazionali, tutte le imprese beneficeranno di una riduzione dell’aliquota delle imposte applicata ai redditi corrispondenti agli utili destinati all’acquisto di beni strumentali e nuove assunzioni.

Scattano i controlli mirati anti-evasione – Il governo ha intenzione di potenziare “tutti gli strumenti a disposizione dell’Amministrazione Finanziaria, in particolare sfruttando l’applicazione di nuove tecnologie per effettuare controlli mirati”, grazie all’incrocio dei dati della fatturazione elettronica obbligatoria che saranno integrati, a partire da luglio 2019, con quelli rilevati attraverso la trasmissione telematica dei corrispettivi relativi alle transazioni verso i consumatori finali. “L’avvio a regime dell’obbligo di fatturazione elettronica tra operatori economici sarà inoltre associato a misure di semplificazione fiscale e di riduzione degli oneri amministrativi a carico dei contribuenti”, spiega la nota.

La pace fiscale resta in attesa di decreto – “L’obiettivo di questo intervento è completare il percorso di chiusura delle posizioni debitorie ancora aperte per consentire che l’attività di riscossione ordinaria riprenda con sempre maggiore efficienza”, spiega il documento che evidenzia come lo stesso target sarà perseguito anche con riguardo al contenzioso favorendo la chiusura delle liti pendenti.

La flat tax porta in dote la revisione delle spese fiscali – “Contestualmente all’introduzione di una flat tax generalizzata, saranno valutati gli spazi disponibili per la razionalizzazione delle cosiddette spese fiscali: la molteplicità delle agevolazioni, la difficoltà del loro coordinamento e le possibili sovrapposizioni con i trasferimenti diretti di risorse aventi carattere assistenziale possono impedire una corretta rappresentazione dei flussi redistributivi operati dal settore pubblico”, si legge nella nota. In compenso il governo assicura che “la scelta delle agevolazioni su cui intervenire sarà guidata da un’attenta valutazione, tenendo in considerazione aspetti legati al costo-efficacia delle agevolazioni stesse, ai risultati che hanno prodotto e ai loro impatti redistributivi”.

Per le pensioni in arrivo la “Quota 100” – Per il governo si tratta di una priorità che il ricambio generazionale favorisca l’ingresso di giovani sul mercato del lavoro. L’obiettivo resta quindi consentire ai lavoratori di andare in pensione quando la somma dell’età anagrafica (62 anni) e contributiva (minimo 38 anni) sarà pari a 100.

Reddito di cittadinanza per chi si trova al di sotto della soglia di povertà relativa Nella Nota, il governo spiega che l’obiettivo ultimo della misura non è solo sostenere i redditi più bassi, ma fornire un incentivo a rientrare sul mercato del lavoro attraverso il supporto dei Centri per l’impiego. Questi ultimi saranno ristrutturati e potenziati “con un piano di assunzioni di personale qualificato, in aggiunta a quanto già definito nella Legge di Bilancio per il 2018”, come si legge nel documento che evidenzia come si intende anche adeguare i locali degli uffici.

“In sintesi con il Reddito di Cittadinanza, il Governo introduce la Cittadinanza digitale che apre le porte all’innovazione per il singolo cittadino e per il sistema Paese. Il Reddito di Cittadinanza opererà in via completamente digitale, riducendo tempi costi e possibilità di frodi. Nel contempo verrà attuata la piena interoperabilità delle banche dati a disposizione dello Stato e dei Centri per l’Impiego, consentendo l’incontro in tempo reale della domanda e dell’offerta di lavoro”, prosegue il documento che annuncia l’estensione dell’equo compenso e della normativa in vigore sul lavoro accessorio. “Un’attenzione particolare sarà rivolta alle donne, caratterizzate da una carriera discontinua. Si introdurranno anche misure per integrare le pensioni esistential valore della soglia di povertà relativa (di 780 euro mensili)”, precisa la Nota senza entrare nel merito delle modalità operative dei provvedimenti.

Addio all’Aiuto alla crescita economica per le imprese – La manovra prevede l’abrogazione per fare posto alla riduzione dell’aliquota Ires dal 24% al 15% limitatamente ai redditi corrispondenti agli utili destinati all’acquisto di beni strumentali e alle nuove assunzioni. Per il Consiglio nazionale dei commercialisti si tratta di un autogoal che rischia di pesare su 1,2 milioni di piccole imprese.

Sostegno alle nascite e sblocco del turn over nella pubblica amministrazione – Il governo promette di intervenire sul fronte degli incentivi alla genitorialità, con una valutazione degli strumenti in vigore e una rivisitazione di quelli non pienamente efficaci. In particolare, verrà favorita la costituzione di una rete di centri dedicati (per esempio, asili nido e centri estivi) e introdotta una politica fiscale che favorisca le famiglie con figli. Per sostenere l’occupazione dei giovani, è previsto lo “sblocco del turnover nella Pubblica Amministrazione secondo principi meritocratici”.

Più voce ai cittadini, meno parlamentari e addio al Cnel – Il governo ha intenzione di potenziare gli strumenti di democrazia diretta, ridurre il numero di parlamentaripassando da 630 deputati a 400 e da 315 senatori a 200 e abolire il Cnel. La nota evidenzia come il governo voglia inoltre introdurre “la possibilità di ricorrere alla Corte costituzionale rispetto alle deliberazioni assunte dalle Camere in materia di elezioni e cause di ineleggibilità e incompatibilità dei membri del Parlamento”, come si legge nel documento che sposta le competenze sul turismo dal ministero della Cultura a quello delle Politiche Agricole, Alimentari, Forestali.

Oneri per interessi sul debito. Nel 2018 gli “oneri per interessi” sul debito “sono rivisti al rialzo per poco più di 1,9 miliardi di euro (0,11 punti percentuali di Pil)”. E’ quanto si legge . Vista la “traslazione verso l’alto della curva dei rendimenti, che che su alcune scadenze eccede un punto percentuale” la spesa per il prossimo anno è cifrata ora a “3,6 punti di Pil” contro i “3,5 del Def”. Rispetto ad aprile la spesa “crescerebbe di 0,2 punti di Pil nel 2020 e di 0,3 nel 2021”.

Le misure per 21,5 miliardi così ripartite: Reddito e pensioni di Cittadinanza 9,0 Miliardi; Quota 100 per superamento Legge Fornero 7,0 Miliardi; Rafforzamento dei centri per l’impiego 1,0 Miliardi; Flat tax 2,0 Miliardi; Assunzioni forze dell’ordine 1,0 Miliardi; Indennizzi per i truffati delle banche 1,5 Miliardi.

Tagli alle spese dei ministeri. Per assicurare le coperture delle nuove politiche previste nella manovra 2019 “si opereranno tagli alle spese dei ministeri e altre revisioni di spesa per circa lo 0,2% del Pil”. Lo si legge nella Nota di aggiornamento al Def trasmessa ieri alle Camere. I fondi attualmente destinati al Reddito di Inclusione verranno utilizzati per coprire parte del costo del Reddito di Cittadinanza, mentre a fronte della flat tax per gli autonomi e il taglio dell’Ires sugli utili reinvestisti, si prevede l’abrogazione dell’Iri (che doveva entrare in vigore nel 2019) e dell’Ace.

Privatizzazioni. La stima di riduzione del rapporto debito/pil nel 2020, “incorpora l’ipotesi di introiti da privatizzazioni e da altri proventi finanziari per circa lo 0,3 per cento del PIL”, che equivale a circa 10 miliardi, “in entrambi gli anni 2019 e 2020”.

Prorogato Ecobonus. Prorogare “la detrazione per interventi di riqualificazione energetica degli edifici”. Lo si legge nella nota di aggiornamento del Def che sottolinea come “la Legge di Bilancio 2019 proseguirà le politiche di promozione degli investimenti, dell’innovazione e del miglioramento dell’efficienza energetica delle abitazioni”.

Fonte: ansa.it e ilfattoquotidiano.it (qui).

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