La crescita tendenziale è pari allo 0,8%. La variazione acquisita per il 2018 è pari a +1%. Si complica così il target del +1,2% nel 2018 fissato dal Governo.
Nel terzo trimestre del 2018 l’Istat stima che il Pil sia rimasto invariato rispetto al trimestre precedente, nei dati preliminari corretti per gli effetti di calendario e destagionalizzati. Un dato che delude le attese degli analisti, che si attendevano un +0,2%. Il tasso tendenziale di crescita è pari allo 0,8%. Il terzo trimestre del 2018 ha avuto due giornate lavorative in più rispetto al trimestre precedente e lo stesso numero rispetto al terzo trimestre del 2017.
La variazione acquisita per il 2018, che si otterrebbe in presenza di una variazione congiunturale nulla nell’ultimo trimestre dell’anno, è pari all’1%. Si complica quindi il target del +1,2% nel 2018 fissato dal Governo nella Nadef.
“Nel terzo trimestre del 2018 la dinamica dell’economia italiana è risultata stagnante, segnando una pausa nella tendenza espansiva in atto da oltre tre anni” commenta l’Istat. “Giunto dopo una fase di progressiva decelerazione della crescita, – continua l’istituto – tale risultato implica un abbassamento del tasso di crescita tendenziale del Pil, che passa allo 0,8%, dall’1,2% del secondo trimestre”.
Dopo la diffusione dei dati sul Pil lo spread tra Btp e Bund tedeschi risale deciso e recupera quota 310.
Le reazioni:
Conte: “L’avevamo previsto”.
“Vedrete che con la ‘manovra del popolo’ non solo il Pil ma anche la felicità dei cittadini si riprenderà”, con queste parole Luigi Di Maio ha commentato i dati Istat sul prodotto interno lordo dell’Italia. Si tratta di numeri non proprio confortanti: i dati, infatti, attestano lo stallo dell’economia italiana, contrariamente alle previsioni degli analisti che si aspettavano +0,2%. Ma il vicepremier è sicuro che con la manovra pensata dal governo gialloverde cambierà tutto. E l’evoluzione sarà tale che anche la gente sarà più felice.
Non è proprio della stessa idea Matteo Renzi che si è detto preoccupato per i dati Istat: “Dopo quattro anni di crescita, l’Italia si è bloccata. Per la prima volta dopo quattro anni il Pil torna a zero. Salvini e Di Maio stanno sfasciando l’Italia. Fermatevi! Paga il Popolo”. Per Di Maio, però, la colpa della mancata crescita sarebbe proprio del Pd: “A chi ci attacca, come il bugiardo seriale Renzi, ricordiamo che il risultato del 2018 dipende dalla Manovra approvata a dicembre 2017, che è targata Partito Democratico”, ha scritto sul blog delle Stelle. “Se il Pil rallenta perché quelli di prima obbedivano a Bruxelles è motivo in più per tirare avanti”, ha sostenuto Matteo Salvini.
Pessimista Carlo Cottarelli, direttore dell’Osservatorio sui conti pubblici della Cattolica: ha osservato che l’economia italiana non solo non raggiungerà la stima di crescita dell’1,2% nel 2018, indicata dal governo nella nota di aggiornamento al Def, ma difficilmente riuscirà a registrare nel 2019 una performance dell’1,5%.
Per Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria, il risultato diffuso dall’Istat era prevedibile: “L’abbiamo detto da tempo, l’economia globale comincia a rallentare c’è una questione interna di un’Italia che deve reagire – ha sostenuto – (..) è colpa esclusiva di questo governo e della politica economica che realizza, non di altre. Noi siamo a disposizione del paese e del governo per fare proposte intelligenti e di buon senso che non antepongano questioni ideologiche alle spiegazioni economiche di un grande paese come l’Italia”.
Per il premier Conte i dati sul Pil non sono una sorpresa. Il governo, ha sostenuto a margine dei lavori del Tech Summit, aveva previsto un arresto della crescita e per questo ha messo a punto la manovra ‘del popolo’: “È uno stop congiunturale, l’avevamo previsto. Per questo abbiamo deciso una manovra espansiva. La manovra mira a invertire questo trend”.