Si scrive commissariamento, ma si legge esproprio.
La Banca Centrale Europea ha deciso il commissariamento di Banca Carige, disponendone l’amministrazione straordinaria. La decisione segue le dimissioni“irrevocabili e incondizionate” di cinque consiglieri di amministrazione della banca genovese, che hanno fatto decadere l’intero cda.
La Banca centrale europea impone un commissario e l’amministrazione straordinaria, previa dimissione “irrevocabili e incondizionate” di consiglieri cinque di amministrazione della banca genovese che ha portato alla decadenza dell’intero CDA. In questi casi l’assemblea dei soci avrebbero dovuto nominare un nuovo consiglio di amministrazione. Invece, la BCE con la mossa del commissariamento a tempo (tre mesi, prorogabili), di fatto procede con un esproprio, e con la nomina dei commissari (di cui uno l’uscente Presidente del Consiglio di Amministrazione decaduto), inibisce ai soci, grandi e piccoli, in qualità di proprietari della banca di esprimere legittimamente secondo le regole del codice civile, un nuovo Consiglio di amministrazione legittimo. Di fatto anche i soci sono commissariati in quanto non hanno più iniziativa, nel senso che possono approvare o respingere gli ordini del giorno inseriti all’attenzione dell’Assemblea dei soci dei commissari, ma non ne possono modificare i contenuti. Una sorta di prendere o lasciare. Le condizioni per imporre linee strategiche di sviluppo, ma soprattutto di fusione o di cessione delle attività ad altri istituti di credito alle condizioni decise e contrattate dai commissari della BCE.
La Bce ha quindi disposto l’amministrazione straordinaria della banca. Innocenzi, Modiano e Raffaele Lener sono stati nominati commissari straordinari dell’istituto e “adotteranno tutte le decisioni necessarie per la gestione operativa della banca”, riferendone periodicamente alla vigilanza, si spiega da Carige. La Bce ha inoltre nominato un comitato di sorveglianza composto da tre membri: Gian Luca Brancadoro, Andrea Guaccero e Alessandro Zanotti. La decisione di porre la banca in amministrazione straordinaria “darà maggiore stabilità e coerenza al governo della società che, quindi, sarà ancora più efficace nel servire, grazie ai propri dipendenti, i depositanti, i clienti ed il territorio”, si sottolinea ancora.
Perchè il commissariamento? Per motivi di controllo e vigilanza dicono. Infatti la BCE si è mossa con in poteri attribuiti dai trattati europei che gli attribuiscono i compiti di vigilanza. Ma un commissario nominato dal controllore a svolgere di fatto l’attività di governo della Banca, chi lo controlla? Voi direste, lo Stato italiano. Invece no. E’ ancora la BCE che in questo caso si trova ad assumere poteri di vigilanza e di governo dell’istituto bancario. Un classico caso da: controllore e controllato nella stessa istituzione. Risultato: la BCE può fare quello che vuole. Ma cosa farà? Semplice quello che è abituata a fare: trovare l’istitututo bancario che “acquisterà” al banca genovese.
Per Modiano il commissariamento “semplificherà e rafforzerà la governance di Carige e di conseguenza l’esecuzione della strategia in un quadro di sana e prudente gestione”. Innocenzi, infine, sottolinea che “i vantaggi in termini di stabilità della banca si tradurranno in benefici per i clienti, i dipendenti e il territorio”.
L’obiettivo? Con la scusa di raggiungere “stabilità” e “benefici per i clienti, i dipendenti e il territorio”, ma non per i soci azionisti, l’operazione in realtà aiuterà a stabilizzare un’altra banca ben più consistente e con evidenti problemi di stabilità. Quale? Chiedetelo a Draghi. Ma è chiaro che sarà l’istituto di credito che “acquisirà” la Banca Carige.
Anche il presidente del Consiglio Giuseppe Conte sta seguendo personalmente, con il ministro dell’Economia Giovanni Tria, le vicende riguardanti la governance della banca. Come si legge in una nota di Palazzo Chigi, questa vigile attenzione del governo, ai suoi massimi livelli, è il segno tangibile e la migliore garanzia per proseguire e completare il consolidamento patrimoniale e il rafforzamento imprenditoriale di un’azienda bancaria valutata, dal medesimo governo, quale essenziale strumento per realizzare il rilancio dell’intero sistema economico-sociale ligure.
E qui arriva la chicca. Il Governo del cambiamento subisce l’operazione e non si oppone. Il primo commissariamento di una banca italiana finalizzata ad espropriarne gli asset per consentirne l’acquisizione da parte di un’altra banca. Il tutto attraverso un piano già definito a Francoforte. Il Parlamento italiano per approvare una legge di bilancio deve prima acquisire il parere vincolante della Commissione europea, e per evitare azioni ritorsive come la famigerata procedura di infrazione e sanzione connessa. Mentre la BCE può procedere al commissariamento di un istituto di credito italiano, senza una deliberazione del Consiglio dei Ministri, in totale scavalgo delle leggi italiane, sulla base di una legislazione sovraordinata, dove nemmeno eventuali ricorsi sono di competenza del sistema giudiziario italiano. Se questa non è dittatura, è sicuramente l’atto plastico della subalternità dello Stato italiano e della sua Costituzione alla Banca centrale europea che dipende da se stessa e non risponde a nessuno. Certamente non risponde al popolo italiano. Oggi, forse, capiamo meglio che in realtà il nostro Paese è una colonia.
Un suggerimento. Non sarebbe il caso di approvare, finalmente, la legge per la separazione bancaria? Netta distinzione tra le banche d’affari e quelle commerciali? In questo caso i manager milionari delle banche non gestiranno i risparmi di famiglie e imprese per la roulette della speculazione, ma li utilizzeranno per sostenere gli investimenti delle famiglie e del sistema produttivo. Per saperne di più: qui.
Fonte: adnkronos.com