Coronavirus, Emergenza, Governo, Salute

Covid-19, ecco la strategia dello struzzo.

I morti oggi sono arrivati a 107, mentre i malati sono 2.706.

Parrebbe che mentre il resto del mondo adotta strategie di contenimento ultrarestrittive sulla scia di ciò che è avvenuto ed avviene tuttora a Wuhan l’approccio italiano sia diverso: tutto sommato lasciamolo diffondere e vedremo quel che sarà…
Non potendo immaginare che questa sia una scelta dettata da incapacità totale, incomprensione dei rischi o palese inadeguatezza che coinvolgerebbe politici e tecnici di vario ordine e grado possiamo ipotizzare si tratti di una scelta razionale governata da una qualche ragione.
Trovo due spiegazioni possibili: qui da noi si ritiene che il virus non sia poi così preoccupante, ma questo smentirebbe l’ipotesi precedente di una classe dirigente che sa quanto sta mettendo in atto, visto che alla stessa basterebbe guardare nei propri ospedali per capire la gravità della situazione.
La seconda che forse è più probabile è economica: quanto costa fermare una nazione od un territorio?
Se adottassimo il modello Wuhan semplicemente il PIL andrebbe a 0 (zero) per un certo periodo di tempo. Quanto? Se pensiamo che la risposta sia due settimane stiamo sbagliando, ripeto basta guardare Wuhan… la risposta più ottimistica vede uno stop completo di un mese con una ripresa progressiva di altri 2 mesi per poi essere nuovamente a regime. Perdita complessiva del 25% del PIL dell’are interessata?
Si può obiettare che il Nord sia già fermo ma non è vero, sicuramente una serie di esercizi commerciali stanno lavorando in modo ridotto ma le aziende sono generalmente operative, le persone si possono muovere, e le merci circolano senza problemi. Quindi diciamo che la strategia attuale non sta impattando in modo drastico sul PIL. La situazione però peggiorerà, i morti aumenteranno quindi qualche azione bisognerà pur prenderla… ma se non la si prendesse? Forse il PIL delle Aziende ne risentirebbe di meno di un fermo totale? Nel giro di qualche mese senza interrompere nulla la cosa sarebbe autorisolta: tutta la popolazione avrebbe contratto il virus, chi ammalandosi, chi in modo asintomatico, chi perdendo nella lotta. Ed in tutto questo avremmo una certezza: chi è rimasto l’infezione l’ha già superata! E più o meno, nel frattempo, il sistema ha continuato a produrre, come un bel formicaio attaccato da un formichiere che non per questo cessa di lavorare…
Certo però che un dubbio ora mi assale… a oggi non si sa praticamente nulla di questo virus, della reale possibilità di immunizzarsi, degli effetti a lungo periodo sul corpo di chi viene contagiato…
sia mai che i decisori abbiano deciso di giocare una partita a poker coperto con qualcosa che nessuna ha ancora compreso… forse le mie ipotesi di partenza sono troppo ottimistiche, speriamo di sbagliare e torniamo ai numeri.

La prova di questa strategia dello struzzo. La conferma di questa strategia? Basta attendere Domenica e constatare che i decessi supereranno quota 200. Spero di sbagliare, ma i numeri purtroppo non possono essere discussi.

di Massimo Gelmini 03/03/2020

Coronavirus, Emergenza, Salute

COVID-19. Quelli che… il 2% non ci fa paura.

Nel panorama urlante di chi vuole raccontarci la propria verità un po’ di logica può essere la soluzione in grado di permettere ad ognuno di capire e fare scelte ponderate.

Partiamo da qualche numero: il totale ad oggi dei soggetti contagiati è pari a 81.000 questi 30.000 sono guariti, 48.000 sono ancora malati e 2.700 sono morti. Dei 48.000 malati 39.000 sono in condizioni normali, i restanti 9.000 sono in condizioni critiche e sono tipicamente ospedalizzati in strutture di terapia intensiva.

Ci aiutano questi numeri a comprendere il fenomeno? Possiamo confrontarli con i numeri dell’influenza o di qualche altra malattia a piacere? Direi di no, sarebbe come confrontare mele e pere… dovrebbe essere tuttora spiegato anche alle elementari (si ok ciclo primario) che per fare confronti bisogna confrontare elementi omogenei…

Allora rendiamo omogenee le cose… e trasformiamo queste informazioni in percentuali, in modo da rispondere alla semplice domanda: fatti 100 i soggetti interessati quanti sarebbero i guariti? Ed i morti?

Prendiamo i numeri precedenti e dividiamoli per il totale dei casi e otteniamo che il 38% sono guariti, il 59% sono ancora malati ed il 3% non ce l’ha fatta.

Va bene ho fatto qualche arrotondamento ma poco cambia sapevamo che i decessi si attestavano tra il 2% ed il 3% quindi? Il 2% è tanto o poco?

Beh noi Italiani dovremmo saperlo bene, ci strapperemmo le vesti di dosso se aumentassero l’IVA di due punti percentuali! O se si dovesse introdurre una patrimoniale del 2%…

Quindi 2% è tanto se si parla di soldi, ed è tanto anche se si parla di morti… Su una popolazione di 60 milioni di abitanti ad oggi in Italia sono decedute circa 100 mila persone… lo 0,16 % della popolazione…

Se il tasso di mortalità del Coronavirus, anche chiamato COVID-19 (*), è del 2% non vuol dire però che moriranno un milione e rotti di persone, perché fortunatamente non tutti e sessantamilioni di italiani verranno contagiati…

E questo è un punto fondamentale del nostro ragionamento il 2% è tanto e i sui effetti si traducono nella vita reale quanto più alto è il totale delle persone contagiate… ragione per la quale minimizzare i contagi è cosa buona.

E l’influenza allora? Perché la lasciamo correre? Semplicemente perché si risolve in 3 giorni, non richiede ospedalizzazione ed ha un tasso di moralità di circa il 3 per cento mila.

di Massimo Gelmini, 27/02/2020.

 

(*) Per chi vuol saperne di più sul COVID-19 qui