Europa, Federalismo, Politica, Sovranità

La strada è quella di un sovranismo debole, federalista. Mentre con l’Europa è necessario ripensare la nostra appartenenza in modo diverso da come è stato fino ad ora.

 

Dal Convegno dell’Associazione Aletheia organizzato lo scorso 2 febbraio 2019 gli intervento del Prof. Becchi. Il titolo del convegno è stata “Chi comanda a casa nostra?”.

Il Prof. Becchi affronta il tema del rapporto tra Costituzione italiana e Trattati europei (di Maastricht e di Lisbona), ma parte del suoi interventi indagano anche sul tema dell’appartenenza fino a evidenziare che si debba ricercare il sovranismo e con la particolare situazione italiana, che ha le caratteristiche di un laboratorio politico, può emergere un particolare sovrasmo debole e federalista, di Johannes Althusius (qui). Un sovranismo che non può essere forte, ma per le caratteristiche di chi Governa il Paese, esprimono oggi due sovranismi quello identitario della Lega (un tempo secessionistico) e quello solidaristico del Movimento 5 Stelle.

Conclude con un accenno alle prossime elezioni europee laddove ad oggi tutti i principali partiti affrontano il tema Europa con la medesima proposta politica ovvero che l’Europa deve cambiare, ma nessuno affronta il tema nodale, e cioè la necessità che si imponga un manifesto per la difesa delle identità dei popoli europei e una necessaria revisione del modello di appartenenza all’Europa.

Federalismo

Il segreto del successo economico svizzero? «È il federalismo»

Uno studio ne svela gli effetti positivi e avverte: «Le tendenze centralizzatrici di oggi ne minacciano il funzionamento»

BERNA – La Svizzera deve il suo successo economico al sistema federalista. Ma oggi, tendenze centralizzatrici minacciano il suo funzionamento. A questa conclusione giunge uno studio commissionato dalla Fondazione ch in occasione dei suoi 50 anni di esistenza.

Diversi studi avevano già messo in evidenza gli effetti positivi del federalismo sulla qualità delle prestazioni pubbliche, in particolare negli ambiti della formazione, delle finanze o del freno alla corruzione. La pubblicazione “Föderalismus und Wettbewerbsfähigkeit in der Schweiz” dei professori Lars P. Feld (Università di Friburgo in Brisgovia) e Christoph A. Schaltegger (Università di Lucerna) restituisce il sistema federalista elvetico sotto una nuova luce.

Lo studio mostra chiaramente che, contrariamente ai luoghi comuni, il numero di gradi istituzionali legati al federalismo non frena gli investimenti esteri. Inoltre, la fiscalità è determinante per il suo successo: fra le 29 collettività che nel mondo praticano un onere fiscale medio inferiore al 20% sugli utili delle società figurano 19 cantoni svizzeri.

La concorrenza fiscale tra i cantoni svolge pure un ruolo preponderante. Secondo lo studio, essa limita da un lato le velleità dello Stato e favorisce dall’altro lo sviluppo economico. La competitività è favorita anche dall’efficienza dei governi e dal fatto che i politici in Svizzera devono in larga misura rendere conto del loro operato agli elettori.

L’economia approfitta inoltre della diversità elvetica e delle sue diverse regolamentazioni, che corrispondono ai bisogni degli abitanti. Secondo i due ricercatori, la Svizzera è un laboratorio di idee che lascia ai cantoni la libertà di sperimentare nuove soluzioni nonostante l’esiguità del territorio.

Stando allo studio, la decentralizzazione contribuisce ad attenuare la ripartizione iniqua dei redditi grazie al sistema della perequazione finanziaria, che consente a un cantone di aiutarne un altro in difficoltà. Questo elenco dei vantaggi dimostra che lo stato del federalismo elvetico è buono e non ha bisogno di essere adattato.

Tuttavia talune evoluzioni – quali la crescente centralizzazione, l’intreccio di compiti che implicano istituzioni federali e il trasferimento degli oneri sui cantoni e i comuni – mettono in pericolo il successo del federalismo “made in Switzerland”.

Per gli autori, occorre preservare l’autonomia dei cantoni per mantenerli concorrenziali e far emergere nuove idee. La Confederazione deve intervenire soltanto in via sussidiaria.

La Fondazione ch per la collaborazione confederale è un’organizzazione intercantonale che promuove lo scambio tra le comunità linguistiche e le culture confederali. Festeggia quest’anno i suoi 50 anni e organizza per l’occasione diversi eventi. Il 26-27 ottobre è in programma una conferenza nazionale sul federalismo a Montreux (VD).

Lo studio “Föderalismus und Wettbewerbsfähigkeit in der Schweiz” è stato pubblicato presso le edizioni NZZ Libro, con un riassunto in francese, italiano e inglese.