Territorio bresciano

Gridò Allah akbar alla messa di Natale a Maclodio, il marocchino Esselham espulso.

Ricordate il caso di Maclodio?

«Allah Akbar». Per quel grido nel cuore della messa di Natale a Maclodio un 35enne marocchino è stato espulso dall’Italia. Il via libera all’allontanamento dal nostro Paese è stato firmato ieri durante l’udienza per direttissima nella quale Mohamed Esselham, difeso in aula dall’avvocato Lino Gallo, doveva rispondere di turbamento di funzioni religiose e resistenza a pubblico ufficiale.

Per il primo reato è stata disposta la restituzione degli atti alla Procura per una nuova valutazione mentre per la seconda accusa è stato condannato ad un anno e due mesi con pena sospesa. Il giudice ha accolto la richiesta del sostituto procuratore Marzia Aliatis e ha deciso per l’espulsione.

L’uomo aveva seminato il panico durante la messa di Natale nel paese della Bassa bresciana. Entrato in chiesa durante l’omelia aveva ripetutamente gridato «Allah Akbar» con una mano dietro alla schiena facendo temere ai fedeli presenti che potesse nascondere un’arma. In realtà era a mani nude. A placcare il delirio del 35enne, visibilmente ubriaco, ci avevano pensato alcuni giovani presenti oltre ad un agente di Polizia fuori servizio che stava assistendo alla funzione.

Dopo essere scappato lo straniero si era nascosto in un cespuglio vicino all’oratorio, ma venne bloccato e consegnato ai carabinieri.

Fonte: giornaledibrescia.it (qui)

Montichiari, Velodromo

Ciclismo, Velodromo di Montichiari tempi lunghi, le manifestazioni pubbliche potranno tornare non prima del 2021.

Prove di carico ok: bando Coni per la copertura con un nuovo telo, lavori pure sul legno della pista. Treviso apre tra un anno.

Vediamo la fine del tunnel. E le otto ore in auto, nella bufera di neve del passo Gottardo in Svizzera, del c.t. Marco Villa con Ganna e Consonni per andare ad allenarsi sul velodromo di Grenchen, resteranno un ricordo. La pista bresciana di Montichiari (di proprietà del Comune) sarà salvata grazie a un intervento rapidissimo dei tecnici di Coni Servizi, che hanno accelerato l’iter per poter utilizzare l’impianto, chiuso dal 24 luglio dalla Commissione di Vigilanza di Brescia per le infiltrazioni di acqua dal tetto. Positive le prove di carico, la struttura metallica è solida: solo in caso di nevicata, con accumulo, ne verrebbe vietato l’ingresso.

I tecnici Coni stanno redigendo il bando con procedura d’urgenza: il tetto del velodromo, intriso d’acqua nell’intercapedine di lana di roccia, verrà coperto e ingabbiato completamente con uno speciale telo plastico. Tempi: 60 giorni. «E saranno fatti lavori di pulizia, stuccatura e levigatura della pista, rovinata dalle infiltrazioni d’acqua, e installate lampade per il riscaldamento — spiega Renato Di Rocco, presidente Fci —. Così entro giugno potremo usare di nuovo la pista per allenarci. Senza pubblico e senza eventi, ma a noi interessa salvare l’avvicinamento all’Olimpiade di Tokyo 2020. Sui costi, siamo tra 400 e 600 mila euro, e con lo stanziamento di 1,8 milioni grazie all’impegno del sottosegretario Giorgetti sul capitolo Sport e Periferie, e alla Regione Lombardia, copriremo sia questo intervento sia il completo rifacimento del tetto che effettueremo non appena aprirà il nuovo velodromo di Spresiano (Treviso): previsioni febbraio 2020. Potremmo così avere due piste per finalizzare la preparazione per i Giochi. Solo dopo, verrà chiuso Montichiari: per rifare completamente il tetto servirà almeno un anno».

Fonte: gazzetta.it (qui)

Inquinamento, Salute, Territorio bresciano

Ambiente, Ispra: “Brescia è la città più inquinata d’Italia, Viterbo la più pulita”

A Brescia la lobby degli inquinatori seriali è sempre ben protetta. Politica, banche i loro alleati. Non sorprendiamoci per il risultato. E la magistratura? Ancora quanti morti prima che si intervenga? Possibile che questo costo umano nessuno lo debba pagare?

In 19 città è stato superato il livello di polveri sottili almeno una volta nel 2018. Male Lodi e Torino. Roma maglia nera per le voragini.

Brescia è la città dove nel 2018 il tasso d’inquinamento è stato più elevato. A Viterbo, invece, si respira aria pulita. A disegnare questo quadro è il Rapporto Ispra-Snpa’ Qualità dell’Ambiente Urbano che analizza il livello di inquinamento in 120 città e 14 aree metropolitane. I dati preliminari, aggiornati al 10 dicembre, evidenziano che nel 2018 in 19 aree urbane è stato superato il limite giornaliero consentito di polveri sottili. A Brescia il livello è stato superato per 87 giorni. Male anche Torino e Lodi dove la concentrazione di particelle inquinanti ha oltrepassato il limite 69 volte nel 2018. A Viterbo, invece, il tetto non è stato superato neanche una volta, per il momento.

Ispra: “Miglioramenti rispetto al 2017”

La situazione, comunque, è in miglioramento: il trend delle concentrazioni di polveri sottili PM10, PM2,5 e biossido di azoto (NO2) – ha assicurato l’Ispra – è in diminuzione. Nel 2017 il valore limite annuale per il biossido di azoto è stato superato in almeno una delle stazioni di monitoraggio di 25 aree urbane, si sono poi registrati più di 25 giorni di superamento dell’obiettivo a lungo termine per l’ozono in 66 aree urbane su 91 per le quali erano disponibili dati e il superamento del valore limite annuale per il PM2,5 (25 g/m) in 13 aree urbane su 84.

Il rapporto evidenzia una significativa tendenza alla riduzione dei livelli di emissione di PM10 primario, quello direttamente emesso dal riscaldamento domestico e dai trasporti, ma anche dalle industrie e da alcuni fenomeni naturali, che si riduce del 19% in 10 anni (2005 al 2015).

Roma sul podio per le voragini: 136 in 10 mesi

Il Rapporto analizza anche i fenomeni relativi al suolo e al consumo del terreno. Roma, per l’Ispra, ha il triste prima delle voragini in strada: negli ultimi 10 mesi del 2018 ne sono state registrate ben 136.

Dissesto idrogeologico: 190mila persone abitano nelle aree a maggior rischio frane

Frane e alluvioni continuano a rappresentare un pericolo per l’Italia. Il rischio è maggiore nel 3,6% delle città, dove risiedono quasi 190 mila abitanti.I valori salgono al 17,4%, superando anche la media nazionale del’8,4%, se si parla di probabilità di alluvioni nello scenario medio. In linea generale nei comuni capoluoghi di provincia, il rischio frana è meno rilevante rispetto a quello del territorio italiano.

Fonte: huffingtonpost.com (qui)

Centrodestra, Montichiari, Politica locale

Montichiari, sottoscrivere un patto anti spartizione. Accordo Lega-Forza Italia? Non scontato.

Di seguito il testo integrale del Comunicato stampa diffuso il 12 dicembre:

“Accordo Lega-Forza Italia? Non scontato. Manca il candidato Sindaco e un programma comune”. “Prima delle alleanze preconfezionate vengono i cittadini”.

“Sottoscriviamo un patto anti spartizione affinché le nomine come le scelte negli appalti pubblici siano più trasparenti”

In relazione alle recenti notizie diffuse dalla stampa locale nella quale si evidenzia come un’alleanza Lega-Forza Italia appare scontata intervengono in merito Massimo Gelmini, ex assessore al bilancio monteclarense, ed Elena Fontana, ex consigliere comunale.

Non ci risulta che tra Lega e Forza Italia sia stato raggiunto un accordo – dichiarano Gelmini e Fontana – la coalizione, che dovrà competere con l’amministrazione uscente, non ha ancora un candidato Sindaco e sta avviando un confronto sul programma”.

“Sarebbe alquanto sciocco che due forze politiche stringano accordi tra segreterie di partito sulla base di formule partitocratiche e non sulla base dei contenuti che ancora non sono stati elaborati da tutti coloro che partecipano alla costruzione del progetto politico-amministrativo, senza attendere, per altro, il candidato Sindaco che dovrà avere l’onere e l’onore di concretizzare un progetto politico per Montichiari in grado di vincere le prossime elezioni amministrative”.

“Rivendichiamo la necessità che la comunità sia preminente rispetto ai partiti e ribadiamo l’urgenza di proporre ai cittadini una proposta politica di cambiamento capace di interpretare un nuovo modo di intendere l’amministrazione locale partendo dal ruolo del Sindaco, della Giunta e dei cittadini che attraverso la vera partecipazione siano protagonisti della prossima stagione amministrativa. Dove le “logiche partitocratiche” finalmente possano essere escluse dalla gestione della cosa pubblica.”

“L’esperienza dell’Amministrazione Fraccaro ha evidenziato come i partiti sono sempre propensi ad imporre scelte dall’alto ed in particolare laddove c’è discrezionalità di scelta, anche nell’ambito della selezione di incarichi di consulenza ed appalti sotto determinate soglie (ad es. di importo inferiore a 40.000 euro). Il rischio è che una parte della politica possa incide pesantemente preferendo logiche clientelari invece dell’applicazione di buone pratiche. A tal proposito invitiamo la Lega affinché nel programma amministrativo si introduca l’obbligo di un’auto-regolamentazione comunale che impedisca comportamenti di natura spartitoria in tutte le scelte discrezionali dell’Amministrazione comunale, tenuto conto che la prossima compagine amministrativa che dovrà guidare sarà probabilmente composita”.

“Ma ad oggi non possiamo che prendere atto – hanno dichiarato Gelmini e Fontana – che l’esigenza è  un’amministrazione riformista, determinata, competente, umile, dove il miglioramento continuo di ogni aspetto della gestione della cosa pubblica per il bene pubblico sia il modello di riferimento, in grado di superare le solite clientele, la partitocrazia, gli amici degli amici. Crediamo che questo debba provenire dal candidato Sindaco, ancora in una fase di elaborazione tutta interna alla Lega, e che tutti i potenziali alleati dovranno innanzitutto concordare su questo per noi fondamentale principio.

Un modello di amministrazione – ricordano Gelmini e Fontana, che consentirebbe di superare il rischio delle solite logiche clientelari e la partitocrazia, ma che ha bisogno un terreno fertile, quel auspicato laboratorio politico che sappia anteporre il bene comune agli interessi più corporativi. Anteporre il bene comune al metodo “Cencelli” spesso utilizzato è un obiettivo primario”.

Nel ribadire la vocazione sovranista che da sempre caratterizza le liste civiche che rappresentiamo – hanno dichiarato Massimo Gelmini ed Elena Fontana – invitiamo chiunque ha interesse al bene comune ad ESSERCI per sostenere il progetto di un nuovo governo locale del cambiamento come obiettivo possibile per Montichiari.

Aeroporto D'Annunzio, Montichiari, Politica, Territorio bresciano

Aeroporto D’Annunzio, Bergamo getta la spugna: «È impossibile»

Non sarà Bergamo a salvare dal limbo l’aeroporto di Montichiari. Sacbo, la società che gestisce lo scalo di Orio al Serio, ha gettato la spugna: «impossibile» far passare la concessione del D’Annunzio a una nuova società, una newco che si sperava potesse nascere sull’asse Venezia-Verona-Brescia-Bergamo. «Si era aperto qualche spiraglio – ammette il presidente di Sacbo Roberto Bruni – ma la situazione si è bloccata. Non ci sono possibilità che la concessione oggi in mano alla Catullo venga girata a soggetti diversi. Se così stanno le cose, per noi la questione è chiusa».

Anche nel 2018 Orio farà segnare un nuovo record. Ieri i vertici della società hanno fatto il punto sull’anno ormai agli sgoccioli. I passeggeri sfioreranno i 13 milioni, con un incremento superiore al 5%. Quest’anno sull’aeroporto «Caravaggio» sono stati investiti 32 milioni di euro. Altrettanti nel 2019: già a gennaio partirà il cantiere per l’area extra Schengen. Nel 2020 sarà poi pronto il progetto definitivo per il collegamento ferroviario con l’aeroporto che, forse, coinvolgerà anche Brescia: a Bergamo si sta pensando a una biforcazione a «Y» in modo che vi possano essere treni che dalla Leonessa portino direttamente a Orio. Una soluzione che certificherebbe come sia ormai il Caravaggio lo scalo dei bresciani.

Restano i problemi noti: la crescita esponenziale ha innescato le proteste dei residenti per rumori e rotte. Le principali compagnie, Ryanair e Wizz Air, si doteranno di aeromobili di ultima generazione, che abbattono rumore e consumi. Ma certo scaricare qualche volo, in particolare i cargo, sul D’Annunzio, è sempre stato visto di buon occhio da Sacbo. Per questo un anno fa si era riattivato il dialogo con Verona (Catullo) e Venezia (Save), le realtà che gestiscono lo scalo di Brescia. «Oggi quegli spiragli sono completamente chiusi» spiega Bruni. Non per mancanza di volontà, ma per «ostacoli tecnici insormontabili».

Le condizioni di Sacbo sono infatti chiare: «O la concessione passa alla newco, o per noi non se ne fa nulla. Ci risulta che non ci siano possibilità che la concessione venga girata alla newco. Se resta alla Catullo, ogni discorso è chiuso». L’alternativa, l’affitto del ramo d’azienda, è una soluzione «troppo debole»: «Non investiamo se non abbiamo voce in capitolo». Insomma, l’alleanza dei cieli, pare già tramontata.

Fonte: giornalediBrescia.it (qui)

Montichiari

Montichiari: armi da guerra in casa, arrestato pensionato bresciano.

Pensionato in manette: in casa venti pistole e mitra, in giardino un cannone anticarro. Arrestato un pensionato bresciano di 69 anni: nella sua casa di Montichiari deteneva illecitamente una vasta gamma di armi da guerra, persino un cannone anticarro.

Increduli anche i carabinieri, quando si sono trovati di fronte all’evidenza: pensionato bresciano nascondeva in casa un vero e proprio arsenale da guerra, composto da almeno una ventina di pistole, due mitragliatrici, oltre 5000 munizioni, perfino un cannone anticarro “parcheggiato” in giardino. Tutto è stato sequestrato, e l’uomo arrestato.

Si tratta di un 69enne di Montichiari, che un paio di notti fa ha ricevuto la “visita” dei militari. Il blitz dei carabineri rientra nell’indagine a più ampio raggio che poco meno di due mesi fa aveva permesso di smascherare un fiorente mercato nero di armi da guerra, a quanto pare coordinato da un pensionato di Novara ma per cui sono stati arrestati anche due bresciani residenti in Valcamonica.

Il pensionato di Montichiari dunque si aggiunge all’elenco: è già stato trasferito in carcere, nelle prossime ore dovrà rispondere davanti al giudice per l’interrogatorio di convalida. Ai militari intervenuti avrebbe già raccontato di essere un semplice collezionista.

Circostanza non considerata veritiera dagli inquirenti, che appunto hanno proceduto all’arresto. A margine dell’inchiesta anche bresciana sulle armi da guerra, i carabinieri hanno già sequestrato – oltre alla “merce” di Montichiari – anche due mitragliatrici pesanti, due fucili mitragliatori, moschetti e baionetti, fucili tedeschi e cecoslovacchi, pistole semiautomatiche e a tamburo, migliaia di cartucce e munizioni, perfino un lanciarazzi.

Fonte: bresciatoday.it (qui)

Decadenza, Territorio bresciano

Brescia Ovest. Installato nel 1964, crolla parte del monumento dell’autostrada A4.

Centomila veicoli che passano ogni giorno in quel tratto, eppure nessuno si era ancora accorto del pericolo incombente: una delle guglie del monumento ai caduti dell’autostrada A4, che svetta all’altezza del casello di Brescia Ovest, direzione Venezia, si è spezzata. Ora è lì penzolante e andrebbe rimossa al più presto: la struttura, alta 36 metri, è ricoperta da lastre di ferro e necessita a questo punto di una verifica generale delle condizioni di stabilità. Vederla così, a pochi metri dall’autostrada è poco rassicurante.

Impossibile stabilire quando sia avvenuto il crollo parziale, ma non è da escludere che sia legato al vento e alle piogge che lunedì 29 ottobre hanno sferzato il nord Italia, Brescia compresa.

Il monumento venne eretto nel 1964 in ricordo delle 6 persone morte durante la realizzazione dell’autostrada A4: Angelo Colombo (contitolare dell’impresa costruttrice di un tratto della autostrada), Bettino Cava, Giacomo Licini, Luigi Minotti, Abramo Motta e Giuseppe Motta. L’altezza, trentasei metri, corrisponde al numero degli anni di Colombo quando venne investito e ucciso da un’auto il 24 dicembre 1962. Con le sue sei punte bene evidenti, da cinquant’anni costituisce uno dei riferimenti visivi per chi viaggia. E ormai ci si è fatta l’abitudine, tanto da non notare il danno evidente.

Fonte: giornaledibrescia.it (qui)

Montichiari, Politica locale, Territorio bresciano

I tassisti di Montichiari dimenticati dalle istituzioni. Se il Comune latita, la Regione, non ha più scuse, è il tempo di includere l’Aeroporto D’Annunzio nel sistema lombardo.

I tassisti di Montichiari ancora non hanno trovato sollievo alla loro oramai incredibile situazione. Un recente servizio di Striscia la Notizia (qui) ha risollevato la questione.

A parole tutti sembrano disponibili ad aggiungere i pochi tassisti di Montichiari nei servizi presso gli aeroporti lombardi, ma nessuno si preoccupa della questione. Nel 2013 i tassisti di Montichiari si rivolsero all’Amministrazione Zanola rispetto alla loro situazione e procedemmo ad avviare due iniziative parallele per addivenire ad una soluzione.

Da un lato si cercò di attivare accordi tra Montichiari ed altri enti locali per consentire ai tassisti monteclarensi di poter svolge il proprio servizio anche fuori dal territorio comunale nell’ambito di un servizio di trasporto integrato e con valenza provinciale. Un progetto che coinvolgesse diversi enti locali, in particolare quelli con attrattività turistica, per contribuire a formare un servizio taxi il più esteso possibile tenuto conto che gli accordi tra enti avrebbero consentito ai titolari di licenze rilasciate dai comuni aderenti di poter partecipare al sistema integrato provinciale di trasporto. A tale progetto si è sempre dichiarato estraneo il Comune di Brescia.

Dall’altro la richiesta avanzata alla Regione Lombardia di modificare la  propria normativa al fine di includere anche Montichiari ed il relativo Aeroporto nel sistema aeroportuale lombardo in modo tale che automaticamente si estendesse ai tassisti di Montichiari la possibilità di svolgere il proprio servizio anche nei comuni convenzionati al sistema regionale. Proposta presentata in sede di audizione nella Commissione regionale Territorio circa quattro anni fa a cui ho partecipato insieme ad una rappresentanza dei tassisti monteclarensi.

Altro tentativo fu quello di chiedere al Comune di Brescia la sottoscrizione di una convenzione con il Comune di Montichiari per consentire ai tassitsti monteclarensi di poter svolgere il proprio servizio anche nel capoluogo tenuto conto che le norme consentivano implicitamente ai tassisti di Brescia di svolgere il proprio servizio presso l’aeroporto di Montichiari, ma non il contrario.

Tale situazione veniva svolta con una sovrapposizione di fatto con i tassisti monteclarensi con l’effetto di ridurre ulteriormente le già ridotte opportunità di reddito.

Proprio per tutelare i tassisti di Montichiari, l’amministrazione Zanola presentò e approvò un un regolamento comunale che in virtù del decreto legislativo n. 447/97  secondo cui i tassisti di Brescia potessero svolgere il servizio a Montichiari (e dunque presso l’Aeroporto) solo a seguito di un accordo tra enti locali come la legge citata letteralmente prevede. Accordo che il Comune di Brescia ignorò. Costringendo il Comune di Montichiari a richiedere un intervento della Regione Lombardia sempre in forza del medesimo decreto legislativo che prevedeva il potere commissariale del Presidente della Regione per i comuni che non trovavano accordo.

Nel frattempo l’Amministrazione Zanola venne sostituita, a seguito delle elezioni amministrativa da quella del Sindaco Fraccaro e sul tema, appena più di quattro anni fa, il 03/11/2014, il Consiglio comunale di Montichiari assunse, attraverso una delibera votata all’unanimità dei gruppi consiliari, la richiesta alla Regione Lombardia di “… inserimento dell’aeroporto di Montichiari nel bacino di traffico del sistema aeroportuale del servizio taxi della Regione Lombardia;” tenuto conto che ancora attualemente per poter aderire è necessario che l’aeroporto monteclarense superi i 2 milioni di passeggieri equivalenti. Salvo alcune deroghe previste,

Nel frattempo i tassisti di Brescia ricorsero al Tribunale amministrativo di Brescia contro il regolamento comunale approvato. Lo stesso TAR di Brescia, pubblica l’esito del ricorso il 14/01/2015 e, pur riconoscendo l’originalità del caso sollevato proprio per l’assenza di precedent,  dunque di giurisprudenza in merito, si pronuncia scegliendo di far prevalere l’interpretazione dei singoli operatori privati (i tassisti di Brescia) per due ragioni: la consolidata propensione del TAR di Brescia di favorire i privati rispetto agli enti pubblici, e nel caso specifico l’intervento nella normativa nazionale delle c.d. liberalizzazioni (L. 1/2012) che pur senza modificare il citato d.Lgs. n. 477/97 venne di fatto utilizzata per sostenere che si era innanzi  limitazione regolamentare troppo stringente nell’ambito di un servizio in parte liberalizzato. Pertanto il TAR di Brescia scelse di annullare le limitazioni, ma nulla indicando verso quelle limitazioni che, ancora oggi, i tassisti di Montichiari sono costretti a subire in ordine all’impossibiliotà di svolgere il proprio servizio nella Città di Brescia secondo il principio di reciprocità che per altro la normativa acquisisce come principio.

Il Tar di Brescia proprio per l’assenza di giurisprudenza e per l’opinabilità della scelta di far prevalere una tesi rispetto all’altra non se la sentì di attribuire al Comune di Montichiari gli oneri delle spese legali della parte vincente. E dunque preferì disporre la compensazione delle spese legali.

Tale fatto è sintomatico in quanto di norma, la parte soccombente rifonde le spese legali alla parte vincente. In questo caso i tassisti di Brescia, nonostante abbiano prevalso, si sono dovuti pagare le spese legali ed il Comune di Montichiari non ha dovuto rifondere tali spese, ma solo farsi carico delle proprie.

Tale situazione avrebbe dovuto far intendere all’Amministrazione Fraccaro, che la situazione particolare ed originale avrebbe dovuto avrere l’opportunità di essere posta all’attenzione del Consiglio di Stato. Organo che nell’ambito della giustizia amministrativa è deputato a formare giurisprudenza, a differenza dei tribunali amministrativi regionali le cui sentenze non svolgono tale funzione. Ma la Giunta Fraccaro non ha concesso tale opportunità ai tassisti di Montichiari non comprendendo che la questione era rilevante anche sul piano istituzionale. La motivazione fu, secondo i tassisti di Montichiari, che il Comune non aveva i fondi per opporsi al Consiglio di Stato.

Dalla sentenza del Tar di Brescia ad oggi, il Comune di Montichiari sembra aver dormito sonni profondi sul tema. Ora i tassisti hanno dovuto interpellare la trasmissione Striscia la Notizia per portare alla ribalta la questione. Come è possibile che 4 tassisti non possano svolgere il proprio lavoro presso gli altri aeroporti lombardi? Perchè non possono svolgere il proprio lavoro presso il Comune di Brescia mentre i tassisti di Brescia possono presentarsi presso l’Aeroporto di Montichiari e offrire il servizio di trasporto?

Non è una guerra tra tassisti, è in realtà la pretesa che tutti i tassisti siano trattati nello stesso modo, se è vero che le liberalizzazioni hanno superato le limitazioni territoriali come sostiene il TAR di Brescia, non pare proprio che sia così.

In questa storia di ordinaria follia nei confronti dei cittadini perpretata dalla pubblica amministrazione, in questo caso, dei tassiti di Montichiari, il tema dei tassisti, in realtà apre, un altra questione ovvero lo sviluppo aeroportuale di Montichiari che non può più essere rinviato.

La Regione Lombardia può (ma oramai deve) includere l’aeroporto D’Annunzio nel sistema aeroportuale modificando la norma regionale o derogando da essa. Quello che si chiede alle istituzioni locali e regionali è di fare la propria parte.

Politica, Referendum, Territorio bresciano

Il 18 novembre si vota. Referendum provinciale sull’acqua pubblica. Le ragioni del Sì.

 

Il 18 novembre 2018 i cittadini della provincia lombarda saranno chiamati a esprimersi sulla gestione del servizio idrico integrato e sulla possibilità che entrino in campo anche soggetti privati, come la multiutility lombarda quotata in Borsa. Una partita decisiva anche a livello nazionale “Volete voi che il gestore unico del servizio idrico integrato per il territorio provinciale di Brescia rimanga integralmente in mano pubblica, senza mai concedere la possibilità di partecipazione da parte di soggetti privati?”.

Il 18 novembre 2018 i cittadini della provincia di Brescia saranno chiamati a esprimersi sulla gestione di un bene fondamentale: l’acqua. Il quesito del referendum consultivo provinciale relativo al servizio idrico integrato (SII), però, ha un valore che oltrepassa i confini della provincia lombarda e rappresenta una sfida decisiva in casa di una delle principali multiutility italiane quotate in Borsa: A2a. Il Comune di Brescia, così come Milano, detiene il 25% delle azioni del colosso (articolato in 121 società partecipate, comprese quelle in dismissione, tra Italia, Serbia, Grecia, Regno Unito, Montenegro).

L’azionariato di A2a

Mariano Mazzacani, responsabile del Comitato referendario “Acqua pubblica Brescia”, ha tra le mani la “cronistoria” del lungo e inedito percorso che a fine agosto di quest’anno ha finalmente visto la firma del decreto di indizione del referendum da parte del presidente della Provincia, Pier Luigi Mottinelli.

Scorre indietro fino ai primi mesi del 2015. “Sulle pagine della stampa locale -ricorda Mazzacani- si infittivano gli articoli secondo i quali sarebbe stata oramai cosa fatta la creazione di un soggetto ‘tricipite’ al quale l’Ente di governo dell’Ambito della provincia di Brescia si sarebbe apprestato ad affidare la gestione del servizio idrico”. Due multiutility locali di proprietà dei Comuni (“Aob2” e “Garda Uno”) e la società “A2a Ciclo idrico”, interamente in capo ad “A2a”. Secondo la disciplina comunitaria, come ricostruisce Mazzacani, proprio perché quotata in Borsa, quest’ultima non avrebbe potuto però ricevere la gestione di servizi con affidamento diretto senza passare per una gara ad evidenza pubblica.

A metà settembre 2015, il consiglio di amministrazione dell’Ufficio d’Ambito di Brescia individua nella partecipazione mista pubblico-privata il futuro gestore unico del servizio idrico (“Fatte salve le gestioni in salvaguardia, ossia quelle affidate ad “A2A ciclo idrico” e ad “Azienda Servizi Valle Trompia”, oggi controllata al 75% da A2A, chiarisce Mazzacani).

Il programma immaginato dagli amministratori prevede due fasi: 1) l’affidamento in house per 30 anni entro fine 2015 ad una società costituita da quelle a totale partecipazione pubblica e che allora già operavano nel settore all’interno del territorio provinciale; 2) entro fine 2018 questa nuova società avrebbe dovuto scegliere tramite gara il proprio socio privato al quale attribuire una partecipazione societaria superiore al 40%.

Nonostante le contro deduzioni del comitato, nel giugno 2016 nasce “Acque Bresciane Srl” (proprietà interamente pubblica), alla quale pochi mesi più tardi viene affidata per 30 anni la gestione del SII. Il passo successivo dovrebbe essere la gara, con A2a alla finestra.

Nel gennaio 2017 viene steso e sottoscritto l’atto costitutivo del “Comitato promotore del referendum consultivo provinciale per l’acqua pubblica”. Tutti i passaggi formali vengono rispettati e nell’arco di dodici mesi scarsi il quesito referendario depositato il 22 giugno dello scorso anno viene giudicato ammissibile. Nel frattempo aderiscono anche 54 Consigli comunali del bresciano. Dopo rallentamenti e rinvii, fino al 27 agosto 2018 e alla firma in calce al decreto di indizione. “Finalmente il referendum”, ha gioito il comitato, che di fronte al paventato ingresso del socio privato ha da subito intravisto il rischio di un nuovo “caso LGH”, multiutility che opera nei territori di Cremona, Pavia, Lodi, Rovato e Crema e che ha visto A2a “salire” al 51% del capitale. Operazione bocciata a più riprese dall’Autorità nazionale anticorruzione di Raffaele Cantone.

La posta in gioco è nazionale. E non è un caso che il prossimo 14 settembre, in occasione dell’avvio della campagna di informazione e comunicazione del comitato, Remo Valsecchi commercialista lecchese del Forum Nazionale dei Movimenti per l’acqua, presenterà un piano di investimenti per l’Ambito Territoriale di Brescia per una gestione totalmente pubblica. “Dimostreremo, conti alla mano, come sia assolutamente sostenibile una gestione totalmente pubblica per la nostra provincia”, spiega Mazzacani. In netta discontinuità rispetto alla temuta finanziarizzazione del servizio.

Valsecchi conosce bene A2a e il suo “modello” di gestione del SII. Ne ha studiato i bilanci a partire dall’anno della quotazione in Borsa, il 2008, segnalando come in dieci anni il patrimonio netto della società sia passato da 3,5 miliardi di euro circa a 2,3 miliardi, il valore medio dell’azione da 2,16 a 1,48 euro e il valore di capitalizzazione di Borsa da 6,7 a 4,4 miliardi di euro. Il tutto mentre i soci (Milano e Brescia in testa) vedevano distribuire qualcosa come 1,7 miliardi di euro in dividendi.

Il referendum ha un valore politico. La decisione finale, però, spetterà all’assemblea dei 205 sindaci della provincia di Brescia. Lo ricorda anche A2a nella sua ultima relazione semestrale analizzando l’”Evoluzione della regolazione ed impatti sulle Business Units del Gruppo”. “L’assemblea dei sindaci dovrà, comunque, approvare la decisione finale sul modello di gestione (misto o in house providing) del SII da implementare nella provincia di Brescia”, si legge. Ecco perché il comitato sta chiedendo a tutti i sindaci di impegnarsi pubblicamente a rispettare il voto dei cittadini del 18 novembre.

Fonte: altraeconomia.it (qui)

Polmonite, Salute, Territorio bresciano

Epidemia di polmonite, la rabbia dei malati: uniti per chiedere un risarcimento

In 878 sono stati contagiati, già in 15 si sono rivolti all’avvocato. Ma non è ancora chiaro chi sarà chiamato in causa per risarcire i danni.

L’epidemia di polmonite si è fermata, ma sul fronte legionella ora potrebbe aprirsi un nuovo capitolo. Quello dei risarcimenti. Sono già una quindicina le persone che si sono rivolte all’avvocato Donatella Mento, chiedendole di rappresentarli in sede civile. In attesa che la verità emerga sul fronte epidemiologico, c’è chi avanza richieste di risarcimento. Si tratta, per esempio, di un 29enne che è stato tra i primi ad ammalarsi: la polmonite gli ha creato seri problemi di mobilità, perciò oggi il giovane – costretto a una complessa riabilitazione, tuttora in corso – vorrebbe ottenere un indennizzo. 

Così come l’operaio 57enne, di origini sarde, che quest’estate avrebbe lavorato alcuni giorni in un’azienda siderurgica della provincia, costretto poi ad abbandonare il cantiere per via di una polmonite da legionella. Anche il 57enne ha chiesto all’avvocato di rappresentarlo in sede civile.  Sì, ma a chi verrebbe addebitata la richiesta di un risarcimento? All’Agenzia di tutela della salute? O alle aziende le cui torri di raffreddamento sono risultate positive alla contaminazione da legionella? Tema molto complesso, visto che a livello epidemiologico non è ancora stato stabilito chi è all’origine del contagio. Se fosse confermata l’ipotesi delle aziende, che dovevano sanificare le proprie torri, resta da capire se le ditte verranno considerate responsabili della trasmissione batterica o «vittime» dell’intera vicenda, come sostenuto da qualche imprenditore. 

«Prima di avanzare qualsiasi ipotesi — spiega l’avvocato Mento — dobbiamo avere tutto il materiale in mano, comprese le cartelle cliniche che sto raccogliendo. Siamo in un fase iniziale. Ma attendiamo anche i risultati delle analisi che emergeranno dagli studi di Ats e dell’Istituto superiore di sanità». È chiaro che non tutti i pazienti hanno avuto gli stessi esiti: c’è chi ha dovuto fare i conti con una broncopolmonite aggressiva, chi ha riportato lesioni fisiche di lungo periodo o permanenti. E poi ci sono quasi dieci decessi per polmonite: un caso è acclarato, si tratta di legionella; tre sono risultati negativi al batterio; si attendono poi la pubblicazione dei risultati dell’autopsia di due defunti. In tutto, si parla di 878 persone che hanno dovuto fare i conti con una polmonite dai primi di settembre fino al 18 ottobre scorso. Un fenomeno più volte descritto come eccezionale, ma che rischia di lasciare la gente con l’amaro in bocca: poche notizie e l’impressione gattopardiana che ora nulla cambierà.

«Le persone si sentono abbandonate, senza capire a chi possono rivolgersi» prosegue l’avvocato Mento. Che spera di raccogliere altre adesioni per portare avanti una richiesta corale dei tanti pazienti che vogliono giustizia. Almeno sotto il profilo civile. In molti temono che non si arriverà mai a una spiegazione. «Noi che viviamo in queste zone crediamo che l’epidemia sia dipesa dalle tante criticità ambientali: fanghi da depurazione e “gessi” sparsi sui campi, reflui zootecnici e discariche di rifiuti speciali. La gente è molto preoccupata per la propria salute – racconta Carmine Piccolo – ecco perché abbiamo deciso di far nascere il Comitato di salute pubblica “Una corsa per la vita” che presiedo e che sta raccogliendo adesioni di pazienti e loro famigliari». Per Carmine Piccolo la salute è una ferita aperta: questo insegnante ha perso sua moglie quando lei aveva 46 anni. «E’ morta di leucemia, lavorava a Montichiari. Bisogna dire basta a tutto questo: ci vuole un ambiente più sano»

Fonte: Corriere Brescia on line (qui)

Meteo, Territorio bresciano

Brescia, vento record. Sul Cidneo raffiche a 124 km orari

Pioggia a catinelle, fiumi in piena, violenti temporali e un vento da record.

Purtroppo ieri le previsioni meteorologiche sono state rispettate, con la nostra provincia sferzata da un’ondata di maltempo di rara intensità. Da notare anche l’attività elettrica che ha accompagnato le precipitazioni, soprattutto nel tardo pomeriggio, quando un forte temporale si è abbattuto sul Bresciano.

Non solo: il vento ha soffiato con forza inaudita, come dimostra la raffica rilevata sul colle Cidneo, pari a 124 chilometri orari. Una velocità da record, seguita dai 114 chilometri orari misurati a San Giovanni di Polaveno.

Numeri che rimarranno negli annali delle stazioni meteorologiche bresciane.

E così, dopo il caldo record delle scorse settimane, ecco un altro evento estremo, a conferma di un clima ormai capace di tutto. In meno di una settimana siamo passati da massime superiori ai 30°C, senza precedenti per il mese di ottobre, a raffiche di vento eccezionalmente intense.

Fonte: giornaledibrescia.it (qui)

Montichiari

Addio a Rino, uscì indenne dalla battaglia di Nikolajewka

Oggi oltre mille alpini della Sezione Ana di Brescia sfileranno a Mariano Comense per l’Adunata del Secondo raggruppamento. Ma saranno un po’ più soli: ieri, infatti, a 96 anni, è «andato avanti» Rino Dal Dosso, uno dei pochi Reduci della Campagna di Russia ancora presenti nel Bresciano.

A vent’anni Rino partì per la Russia inquadrato nelle file del Battaglione Alpini Verona, uno dei reparti più falcidiati nel corso di quelle sfortunate e tragiche operazioni. Dal Dosso era molto conosciuto anche perché, accompagnato dagli Alpini del Gruppo di Montichiari, da cui era letteralmente coccolato, si recava spesso nelle scuole per raccontare ai ragazzi la sua esperienza di guerra.

Lunedì la famiglia delle penne nere, assieme alla «sua» città, gli renderà l’ultimo saluto durante i funerali, alle 10.30, nel Duomo di Montichiari.

Fonte: giornaledibrescia.it (qui)

Emergenza, Montichiari, Salute, Territorio bresciano

Polmonite, nuova morte sospetta a Desenzano: la vittima è un 49enne.

Un 49enne residente nella Bassa bresciana è deceduto martedì al pronto soccorso dell’ospedale gardesano: si sospetta polmonite.

Torna l’incubo : martedì un uomo di soli 49 anni, residente nella Bassa Bresciana, è giunto al Ponto Soccorso dell’ in arresto cardiaco. A nulla sono valsi i soccorsi dei medici del nosocomio che ne hanno dichiarato il decesso.

L’uomo, lo scorso mese, era stato ricoverato nella struttura sanitaria di Desenzano per una . Il sostituto procuratore Maria Cristina Bonomo, titolare dell’inchiesta contro ignoti per colposa, ha quindi disposto l’autopsia sul corpo del 49enne.

L’epidemia da polmonite, unico caso al mondo per entità, ha già colpito oltre 500 persone. Le principali sospettate sono le torri di raffreddamento di alcune aziende della Bassa orientale. La entro fine anno approverà una delibera per imporre la sanificazione delle torri di raffreddamento delle aziende, degli impianti di condizionamento dei luoghi pubblici e degli acquedotti.

Fonte: bsnews.it (qui)

Economia, Investimenti, Montichiari, Territorio bresciano

D’Annunzio Aeroporto fantasma, Balotta (Onlit) “La strada maestra è quella di una gara pubblica”.

Onlit contro l’operazione della società che controlla lo scalo di Venezia, e che presto potrebbe controllare in toto anche Verona e Brescia.

“Tante promesse di investimenti per il Catullo rimaste al palo, con lo scalo di Brescia sempre più fantasma e i voli che si concentrano nell’ipercongestionato scalo di Bergamo e in quello di Venezia lasciando sempre più sguarnito il territorio del Garda”. Critiche pesante al sistema aeroportuale del Nord Italia da parte di Dario Balotta, presidente dell’Osservatorio Nazionale Liberalizzazione Infrastrutture e Trasporti.

“Save è ora costretta a pagare i 22 milioni di euro per servizi ENAV su Montichiari, e decide così di prendersi tutto con un aumento di capitale surrettizio, legato ad un investimento di soli 60 milioni per un intervento di maquillage e non strutturale, privo di una strategia di sviluppo per Verona.  L’investimento è minimale spalmato in 4 anni, lunghi se paragonato ai 435 milioni per investimenti stanziati dalla SACBO di Bergamo che delocalizzando l’area cargo a nord della pista fa capire che non trasferirà in futuro un solo kg di merce a Montichiari”.

Secondo Balotta, “con il mini-investimento sul Catullo, SAVE vuole controllare e neutralizzare il concorrente più pericoloso per continuare indisturbato lo sviluppo dello scalo di Venezia, con un piano investimenti considerevoli con più di 575 milioni entro il 2021. Numeri ben diversi da quelli previsti su Verona. Questo dimostra come non essere andati in gara per la scelta del partner industriale con sottoscrizione di un piano investimenti, stia costando caro ai soci Veronesi della Catullo SpA”.

Il Ministro dei Trasporti normalizzi questa situazione. “L’ipotesi di fare un aumento di capitale con la sola SAVE a farlo ed i soci pubblici a diluire la propria partecipazione, lasciandola in maggioranza solleva pesanti perplessità. La strada maestra per uscitre dal “cul de sac” dove sono il Catullo e Montichiari è quella di una gara pubblica l’aumento di capitale e  per l’affidamento della connessione, sia ANAC che Antitrust si sono chiaramente espressi, cogliendo l’esposto presentato da ONLIT”.

Fonte: quibrescia.it (qui)

Emergenza, Montichiari, Politica, Sicurezza

Bassa Bresciana, ladri in azione: raffica di furti in casa a Montichiari

I carabinieri sono al lavoro per scoprire se si tratta della stessa banda e per interrompere il prima possibile le attività criminali del sodalizio.

Nuova raffica di furti, nelle scorse ore, a Montichiari. I malviventi, in particolare, hanno preso di mira la frazione di Novagli, facendo irruzione in ben sei abitazioni nell’ultimo fine settimana. Il bottino è di denaro, gioielli, computer e altri oggetti di valore per un totale di diverse migliaia di euro. In tutti i casi i ladri sono riusciti a darsi alla fuga prima dell’arrivo delle forze dell’ordine.

A preoccupare, però, è anche il fatto che non si tratta di azioni isolate. Domenica un altro furto è stato messo a segno a Vighizzolo, sempre a Montichiari. Ma nelle ultime ore sono stati segnalati furti anche ad Acquadredda (in quel caso sono riusciti a fuggire dal balcone) e a Isorella. I carabinieri sono al lavoro per scoprire se si tratta della stessa banda e per interrompere il prima possibile le attività criminali del sodalizio.

Fonte: bsnews.it

 

Emergenza, Polmonite, Salute, Territorio bresciano

Polmonite, scagionati (o quasi) dall’Ats i fanghi di depurazione

Fanghi di depurazione scagionati (o quasi) per l’epidemia di polmonite, ma a Carpenedolo gli animi non si placano. Ecco quanto emerso durante la seduta consiliare, cui ha partecipato Fabrizio Speziani, direttore sanitario dell’Ats di Brescia.

«Nel caso specifico della polmonite, probabilmente, i fanghi di depurazione non hanno nessun ruolo», ha affermato Speziani. Il quale, sollecitato dall’opposizione, ha anche precisato che «non sono stati analizzati poiché non c’è la metodica disponibile per rilevare la presenza di legionella».

Nel mirino dell’opinione pubblica sono però finite queste sostanze, il cui uso presenta grandi criticità che non sono negate, né dal direttore sanitario, né dal primo cittadino e dalla sua Amministrazione. «Comunque, si stanno ancora cercando le cause dell’epidemia, che si è concentrata in sette Comuni lungo il fiume Chiese – ha proseguito Speziani -. Ora stiamo continuando a indagare sulle torri di raffreddamento delle aziende e nelle abitazioni di coloro che sono risultati positivi alla legionella.

L’Istituto superiore di sanità si sta inoltre occupando della comparazione tra il tipo di legionella trovata nei campionamenti ambientali e quella trovata nei pazienti». Procedure. È ormai noto l’isolamento di un sierotipo, il 2-14, che non è tra i più diffusi.

Fonte: giornaledibrescia.it Articolo di G. Bonardi (qui), Consiglio Comunale di Carpenedolo dell’8 ottobre 2018 (qui)

Amministrative, Elezioni, Montichiari, Politica locale

Elezioni di Montichiari, sempre più difficile l’accordo tra Lega e M5S

Il Carroccio è alle prese con la scelta del suo candidato, ma l’asse di governo gialloverde difficilmente avrà ricadute a livello locale.

Mentre il Carroccio è alle prese con la scelta del suo candidato, l’ex sindaco Gianantonio Rosa e il capogruppo consiliare Marco Togni, in vista delle elezioni amministrative di Montichiari arriva la prima certezza: l’asse di governo gialloverde difficilmente avrà ricadute a livello locale.

Con una nota, infatti, il Movimento 5 Stelle ha spiegato: “Ci tiriamo fuori da strani giochi e rifiutiamo questo modo di fare politica perché non siamo interessati a costruire macchine elettorali”. Il riferimento alla Lega non è esplicito, ma il percorso individuato appare poco compatibile con quello del centrodestra. “Vogliamo prima costruire un programma, avere degli obiettivi per la Montichiari del futuro – spiegano i grillini – Solo dopo sceglieremo i candidati portavoce ed il sindaco”.

Il M5S apre comunque le porte a una coalizione – costruita con un percorso democratico e non dalle segreterie politicche – che unisca forze politiche e civiche, che non si ponga in pregiudiziale contrapposizione con l’amministrazione uscente, guidata da Mario Fraccaro, e sia guidata da una figura di indubbia moralità.

Fonte: bsnews.it (qui)

 

Montichiari, Politica locale

Gelmini:”No al centrodestra vintage. Montichiari può aspirare a diventare laboratorio politico”. Ora un candidato Sindaco politico per aprire il cantiere del nuovo Governo locale del Cambiamento.

images

Ecco il Comunicato Stampa integrale.

L’ex Assessore al Bilancio Massimo Gelmini, già animatore della Lista Montichiari Prima di Tutto, ora impegnato a costruire un rassemblement a sostegno della Lega con una coalizione civica per le amministrative del prossimo anno, interviene sulla situazione politica locale. “Le elezioni amministrative sono ancora distanti, la maggioranza consiliare che sostiene il Sindaco Fraccaro ha già iniziato la campagna elettorale e sembra certa la ricandidatura del sindaco uscente. Ma due elementi potrebbero rinvigorire la competizione elettorale, dopo l’illusoria archiviazione a seguito dello sconvolgimento del panorama politico dopo il voto del 4 marzo. Infatti, come a Brescia, la Montichiari politica vede un Movimento 5 Stelle, notoriamente, poco strutturato sul territorio e che risulta prevedibilmente in difficoltà nel replicare il proprio consenso politico anche in sede amministrativa, ma anche un centro destra che non ha ancora iniziato la volata, ancora alle prese con il dilemma di un revival ‘vintage’ con un candidato Sindaco della società civile. Una ipotesi sperimentata a Brescia che non può che portare a sicura sconfitta. “Se questo è il Governo che qualcuno del centrodestra ha in mente – chiosa Gelmini – i voti politici, che sulla carta consentirebbero un Governo della città alternativo a quello guidato da Fraccaro, non si tradurranno automaticamente in voti amministrativi.”

File 24-03-17, 09 51 14.pngMontichiari – prosegue l’ex Assessore monteclarense e già Vice Presidente della Provincia di Brescia – ha bisogno di una amministrazione riformista, determinata, competente, umile, dove il miglioramento continuo di ogni aspetto della gestione della cosa pubblica per il bene pubblico è il modello di riferimento, in grado di superare le solite clientele, la partitocrazia, gli amici degli amici. Ma per far ciò è necessario un candidato Sindaco proiettato in una proposta politica dei prossimi dieci anni“.

Insomma quello che Gelmini auspica è l’apertura di un laboratorio politico che consenta di definire una proposta politico-amministrativa innovativa e coraggiosa che sappia parlare ai monteclarensi anteponendo il bene comune agli interessi personali o alle vecchie logiche partitiche.

Un Governo della città guidato da una figura politicamente chiara – ci tiene a precisare Gelmini – e non dal classico neutro proveniente dalla società civile, i cui assessori dovranno essere scelti con l’esclusivo criterio della competenza e non con il consolidato metodo “Cencelli” della vecchia politica, dove la meritocrazia è solo un ostacolo all’assegnazione di posti di potere”.

 

Una proposta politica – suggerisce Gelmini – che sappia aprirsi alla partecipazione attiva dei cittadini in modo serio e non formale dove le nuove tecnologie consentiranno di attuare la democrazia diretta nel contesto locale. Ma per poter concretizzare un vero Governo locale del Cambiamento, Montichiari dovrà avere un Sindaco forte e politico, oltre ad una maggioranza stabile e non rattoppata, in cui i giovani siano protagonisti, con una base solida per porre le basi su programma decennale di cambiamento e non sull’organigramma della lottizzazione di ogni posizione di governo e sottogoverno”.

Prendere atto – continua Gelmini – che, anche a Montichiari, un Governo del Cambiamento, non può poggiarsi sulla vecchia formula del classico centrodestra, tenuto conto che la vecchia dualità destra/sinistra ha esaurito la sua funzione, sostituita da un’altra dualità quella tra popolo/elites. Proprio per questo è necessario, anche a Montichiari, una nuova stagione in cui i cittadini siano coinvolti seriamente nei processi decisionali a partire dal programma di governo”.

Una svolta è possibile, se la Lega, quale forza prevalente, saprà maturare la consapevolezza e la responsabilità di dare a Montichairi, attraverso un percorso condiviso con tutte le forze che vogliono innovazione, cambiamento, competenza, e bene comune, individuare il candidato Sindaco idoneo, anche attraverso il coinvolgimento di simpatizzanti e cittadini elettori. Basta con le riunioni in stanze chiuse, con programma elettorali senza il coinvolgimento dei cittadini utile solo a garantire una dirigenza autoreferenziale. La strada maestra è quella di stare dalla parte delle comunità e non contro di esse. Solo in questo modo Montichiari potrà tornare ad essere protagonista rimettendo i monteclaresi prima di tutto nella futura agenda amministrativa di lavoro.

 

Amministrative, Elezioni, Montichiari, Politica

Sos Terra di Montichiari: “Amministrative grande opportunità”

Il Comitato Sos Terra di Montichiari ha diffuso un comunicato sulle prossime elezioni amministrative che si terranno nel maggio 2019.

Il Comune di Montichiari è ormai prossimo alla scelta di chi, per i prossimi anni, guiderà, sosterrà e difenderà il nostro amato territorio. Il Comitato SOS Terra, fedele ai suoi principi apartitici, non esprimerà alcun consenso o dissenso verso i probabili candidati ma, alla luce della propria esperienza sul territorio, si auspica che il prossimo primo cittadino possa rispondere a dei requisiti imprescindibili per quanto riguarda la tutela e la salvaguardia dell’ambiente e della salute.

In questi 20 anni il mondo è cambiato. Montichiari è cambiata. La sensibilità della gente è cambiata. Auspichiamo quindi che il nuovo Sindaco non sia avulso da tutto questo cambiamento e che ne abbia piena coscienza, ma anche conoscenza. Esiste una legge che tutela il territorio dall’arrivo di nuove discariche, ma i problemi ambientali legati a scelte scriteriate del passato hanno cominciato a presentarsi: servono pertanto ricette nuove per affrontarli e risolverli. Le battaglie che ci aspettano sono ancora tante e delicate: serve qualcuno che le sappia affrontare.

Montichiari è ormai famosa ovunque come pattumiera d’Italia e crediamo che, mai come in questo mandato, la scelta del prossimo Sindaco sia importante farla in un’ottica di crescita culturale e civica, con una visione sul lungo periodo; Montichiari ha un potenziale infinito che è giunta l’ora di sfruttare.
Crediamo che sia arrivato il momento di riscattarci e per farlo è assolutamente necessario che alla guida ci sia una persona competente, con una comprovata esperienza politica e tecnica, un uomo o una donna preparato a livello amministrativo e gestionale, capace di gestire, sia a livello burocratico che umano, i problemi che una Comunità e un territorio compromesso come il nostro possono manifestare.
Ai futuri candidati facciamo il nostro in bocca al lupo: si faranno carico di un pesante fardello e dovranno affrontare sfide impegnative.

A tutti voi cittadini rivolgiamo un invito: comunque andrà, non defraudatevi di un diritto ottenuto da altri a costo della vita, quando sarà il momento seguite le campagne elettorali, fate domande, molte domande e alla fine andate a votare.